domenica 25 gennaio 2009

Il Vaticano condanna, ma Ruini e Bertone...


Vi proponiamo un ipotetico dialogo telefonico tra il Cardinal Bertone e il Cardinal Ruini riguardo la decisione di Obama di rivedere la politica sulla pianificazione familiare negli Stati Uniti.
In parole molto spicce, Obama rimette in discussione la tematica dell'aborto.
E chi si sveglia appena viene nominata la parola aborto, oltre a Giuliano Ferrara?
Il Vaticano, risposta esatta!
La cosa che ha colto tutti di sorpresa, visto che il Vaticano e l'Omino Bianco sono ben noti per le continue e incessanti spinte verso il progresso sociale e scientifico, è stata la condanna dell'azione di Obama. Non ce lo saremmo mai aspettato.
Ma vediamo un po' che cosa si sono detti i due personaggi più progressisti dell'emisfero cristiano-cattolico...

Bertone:"Pronto,ruì? Sò io, er Bertò!"
Ruini:!Aaa guarda un po'! Chi non raggiunge Nostro Signore, prima o poi telefona"
- risate soffuse -
B: "C'ho avuto da fa. E poi stanotte non sono stato bene…Mi faceva male un testicolo…Non puoi capire che dolore!”
R: “Nooo…Mi spiace…E ora? Come stai?”
B: “D’incanto, sia lodato il Signore. Fortunatamente Alemanno non ha ancora fatto piazza pulita di tutte le mignotte"
R: “Ahhhh…Vecchio marpione! Ho capito perché stai bene? Beh, sempre meglio che aspettare l’ora dei porno su Sky”
B: “Puoi dirlo forte. E poi non mi è costata nulla: le è bastata una benedizione”
- risate -
B: “Ruì, ma hai sentito l’ultima di Obama?”
R: “E come no…Ma certo che non sanno proprio di cosa cazzo parlare…Aborto…Fecondazione assistita…e Ferrara che rimane incinta di Platinette… Sono senza fantasia…”
B: “Già. Peccato che l’Omino Bianco abbia già detto la sua, indirettamente…Ha condannato l’azione di Obama”
R: “Il solito tedesco della minchia. Ma qualcuno gli ha detto che siamo nel XXI secolo e non negli anni ’50? Cazzo, e poi danno degli intergralisti agli arabi!”
B: “Secondo il crautaro le coppie dovrebbero figliare come conigli…Ma se sti poveri cristi hanno si e no i soldi per l’affitto, che non guadagnano abbastanza nemmeno per comprare i preservativi… E poi un figlio, oggi giorno, come lo mantieni?”
R: “Non capisce proprio un cazzo, sto crautaro…”
- risate -
R: “Hai già preparato una dichiarazione ufficiale? Sulla questione, intendo…”
B: “Certo: l’Omino Bianco ha ragione, la vita è indispensabile, l’abbronzato ha sbagliato, lo spermatozoo è vita, i valori cristiani e bla bla bla…le solite cazzate…
R: “Penso che dirò lo stesso…”
- silenzio prolungato -
R: “Mah…Vabbè…Ma stasera che si fa’?”
B: “Non si era detto alle 10 dalla Titti?”
R: “Hai ragione! Ma stavolta vedi di non andartene sotto: l’ultima volta sei andato in giro semi nudo a chiedere l’otto per mille ai passanti, dicendo che o pagavano o tiravi fuori il batacchio…No no…Lo chiamavi lo sventra papere”
- grossissime risate -
B: “A Ruì, ti prometto che a sto giro non farò cazzate. E comunque non portare la svizzera verde: è stata quella a mandarmi in sottanza l’ultima volta…”
R: “Va bene, allora mi faccio dare del marocchino da Pannella…Speriamo che stai facendo qualche sciopero della fame, così lo scavallo e non gliela pago neanche…”
B: “Se non ce l’ha chiama quelli storditi di Comunione e Liberazione…Loro hanno sempre qualcosa…”
R: “D’accordo…Ti passo a prendere?”
B: “No, mi da uno strappo Martini”
- grasse risate, ma meno grasse delle altre -
R: “Ah..C’è anche lui…Cazzo, quello sì che è un festaiolo!”
B: “E beh…Del resto No Martini, No Party! A stasera”
- fine telefonata -

Sembra chiaro che la Chiesa è in un momento di secolarizzazione/stato confusionale, che porterà presto a una rivoluzione interna. In attesa preghiamo... che il Vaticano la smetta di dare diktat morali ai capi di stato e alla popolazione. Anche se questa è proprio utopia...
Alla prossima...

Sonny De
P.s: domenica apertivo a casa Bertone ora 18.30.

sabato 24 gennaio 2009

Ho sempre desiderato utilizzare un mezzo di comunicazione pubblico per fini personalistici. Sì, ne faccio un uso criminoso e ora mandatemi via, su.

Oggi è una giornata strana. A partire dal fatto che sto ascoltando da tre ore il disco di Giusy Ferreri, in loop, sotto effetto di alcune non meglio specificate sostanze molto probabilmente definibili psico-attive da un punto di vista medico, e aggiungo tra parentesi, anche se non le metto, che io la Giusy me la farei, e di brutto pure, per arrivare alla strana ma percettibile e difficilmente cancellabile convinzione maturata in me medesimo secondo cui il mio cervello (ma anche il mio cuore, chè mi sono innamorato) comincia seriamente ad aspettare in maniera spasmodica l'uscita del secondo disco della suddetta cantantessa.
Ora, premettendo che Giusy non è una cantantessa, qualcosa non gira da un punto di vista razional-matematico nei meccanismi di formazione del mio pensiero e della mia volontà, utilizzando termini volutamente psico-filosofici di schopenhaueriana memoria.
Da qui la decisione di criticare da un punto di vista kantiano il mio metodo di formazione rational-oniristico. Il che prevede l'aver letto Kant, quindi mi chiamo fuori e lascio a voi la parola, cari lettori.
Dicevo, comunque, che è una giornata strana. Al di là del fatto che stasera ho una festa a base di alcol e una parte sempre maggiore del mio cervello va pensando, sempre di più di minuto in minuto, che la probabilità che io domattina sia vivo e nel pieno delle mie facoltà intellettive è molto, molto bassa, e al di là anche del fatto che ormai tutte le mie serate sono feste a base di alcol, quindi oggi dovrebbe, da un punto di vista induttivo, essere un giorno normale - fatte queste due considerazioni, come dicevo, oggi non è una giornata normale.
Oggi è un giorno diverso.
Ok, mi sono innamorato della copertina di un disco, ma sento che comunque qualcosa nell'aria è cambiato. As good has changed.
Non so cosa sia cambiato, ma è cambiato, e non so perchè lo sto scrivendo qui, dato che non credo vi interessi molto, e io non voglio annoiarvi, e lo dimostrerò, terminando questo intervento nel bel mezzo di.

In ogni caso, Giusy, se mi stai leggendo, contattami, ti prego.

venerdì 23 gennaio 2009

Tel'chì

Buona sera e tante care cose eccetera eccetera. Io sono il secondo autore di questo allegro blog. Fu il Delva in persona a chiamarmi per questo lavoro dato che molti lettori si lamentavano della sua ben marcata impronta filo-comunista-rivoluzionaria-estremizzata-w il rosso-ho già il fucile pe' la rivoluzione (c).
Il motivo della chiamata è presto detto, dato che attualmente le mie idee politiche non trovano alcuna collocazione in nessun partito politico (ma rimpiango il partito radicale), posso sparare contro chi voglio quando lo voglio.
Partendo dal presupposto che Delva non sa che io sto scrivendo in questo momento (ieri gli avevo detto che FORSE e IN FUTURO avrei pensato di scrivere MAGARI qualcosa qua sopra), mi sento libero di dire quello che voglio senza dover per forza temere la sua "terible censura", copiata, tra gli altri, anche dal Leader Maximo Fidel Castro a.k.a. l'Immortale in persona.
Dovete sapere infatti che nel tempo libero il buon Delva, come tutti i comunisti, si diletta a degustare carne di bambini arrosto ed è così ateo che perfino Dio in persona, dopo aver parlato con lui, si è auto-convinto di non esistere e si è tolto la vita (da cui la seguente teoria del "Dio è morto" pubblicata con lo pseudonomio di Friedrich Nietzsche).
Ma la vita nel nostro caro amico inizia molti, molti anni fa (circa 35), quando, alla tenera età di 6 anni, va a vivere ad Arcore mentre suo padre gli trova un lavoro nel campo edilizio a Milano 2. Il primo figlio (illegittimo) del Delva, PierDario, nasce pochi anni dopo e diventerà ben presto leader di un gruppo ultra-comunista di ispirazioni stalinista di cui il padre Delva in persona è Presidente Onorario. Il nome del gruppo è Al-Qaeda.
In ogni caso, siccome la politica italiana mi deprime, vorrei parlarvi di un'altra nazione europea, una nazione che ora come ora è un modello per noi tutti, un modello all'avanguardia per quanto riguarda la concessione dei diritti civili a chiunque: l'Olanda.
Invece no, cadrei nel già detto o nel già saputo, quindi mi fermerò qui, ricordando a tutti che questo, alla fin dei conti, è solo il mio post di presentazione.

mercoledì 21 gennaio 2009

Fini fascista? Identificatelo...


Tocca a Gianfranco Fini subire la contestazione degli studenti della Sapienza di Roma.
Il presidente della Camera si è recato, nella giornata odierna, presso la celebre università romana per inaugurare l'anno accademico del Master in Istituzione Europee e Storia Costituzionale. L'inaugurazione comprendeva una "lectio magistralis" sull'Unione Europea.
Invece di ricevere scroscianti applausi a cielo aperto, qualche sedicente studente (ringraziamo La Russa per il suggerimento) ha pensato bene di contestare il Gianfranco, con cori e striscioni, tra cui "Non abbiamo fiducia nelle vostre riforme. Fini-tela", "Vaffa-Fini" e "Università senza con-Fini", "Fiducia, Fini non giustifica i mezzi".
Uno studente poi ha urlato la parola "fascista" all'indirizzo di Fini.
Il presunto urlatore di menzogne è stato prontamente bloccato e identificato dagli agenti.
Facciamo un'ipotesi sull'accaduto.
Uno studente vede il presidente Fini. Da principio il suo cervello è annebbiato e non riesce a mettere a fuoco la storia di Gianfranco Fini.
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Pian piano i ricordi riaffiorano: <>.
Il giovane è assorto nei suoi pensieri, quasi in trans, mentre cerca di sistemare tutti i pezzi del puzzle.
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Il ragazzo, molto sollevato, stava per salutare il Gianfranco, poi un'epifania...
"Cazzo ma...nel simbolo di An c'è ancora la fiamma tricolore e il nome dell'Msi! Se la svolta c'è stata, perchè non ha cambiato completamente il simbolo? Cosa significa? Che in fondo è ancora fascista? Visto che è qui glielo chiedo".
Il ragazzo urla la sua domanda: "Fascista?". Ma la sua domanda viene interpretata come un'affermazione. E gli agenti lo prendono e lo identificano.
Perchè? A parte gli scherzi, il ragazzo era ben convinto della sua affermazione e forse voleva ricordarlo ai presenti.
Non c'è nessuna legge che vieti a chiunque di manifestare il proprio pensiero, anzi, c'è addirittura un articolo della Costituzione che tutela questo diritto (o si è già provveduto a farlo sparire?)
Siamo alle solite: quando fanno le loro apparizioni pubbliche delle cariche istituzionali, non si possono manifestare dissensi, e chi lo fa deve essere prontamente identificato.
Il principio è degno del Ventennio...

Sonny De

lunedì 19 gennaio 2009

Il Lato Oscuro di W


Signori, è tornato Oliver Stone!
Dopo la deludente pellicola con lo stolido Nicolas Cage, dedicata al World Trade Center, il vecchio Oliver si ripresenta in Italia e nel resto del mondo con un film che tratta il dramma della presidenza Bush, con un occhio rivolto alla macchinazione della guerra in Iraq.
Per gli appassionati di politica cinematografica, il prodotto di Stone ricalca i sospetti di buona parte della popolazione mondiale, ossia che in questi anni la White House non fosse più la residenza del presidente degli Stati Uniti, ma una clinica per psicopatici affetti da elevata schizofrenia maniacale con rabbia narcisistica involontaria.
Il vecchio Oliver dipinge il ritratto di un alcolizzato e del suo con un periodo adolescenziale in stile "Gioventù Bruciata per ricchi" e disprezzato dal padre, Bush senior. Quando decide di staccarsi dalla bottiglia, ritrova la fede cristiana e con essa le manie di grandezza proprie della famiglia Bush.
Se avesse continuato a bere avrebbe sicuramente fatto meno danni...
L'intreccio elegante tra i preparativi per la guerra in Iraq del 2003 e i flashback presenta un uomo mediocre, convinto che la democrazia sia una lezione da insegnare al mondo con la forza militare, vittima dei suoi sentimenti d'odio verso chi non la pensa come lui e con una visione prospettica della politica degna di un decerebrato cowboy texano maniaco del protagonismo.
La storia deve ancora giudicare l'operato di W, ma i contemporanei possono già abbozzare un critica approssimativa ai suoi due mandati da presidente: dal 2001 al 2008 negli Usa ha regnato l'incapacità e la paura, mascherate da un fasullo decisionismo e da una estenuante propaganda per la sicurezza.
Queste due maschere sono diventate le parole d'ordine del periodo di W, che sarà ricordato come l'uomo sbagliatissimo nel posto più sbagliato al mondo.
Questo film potrebbe essere considerato un importante monito per gli americani e per Obama: non ripetere gli sbagli di W e nelle situazione difficili pensare a cosa avrebbe fatto lui... e fare l'esatto contrario.
Bye bye Mr. President.

Se la grana non ce l'hai...


Quale sarebbe la tua reazione, se qualcuno ti fermasse per strada e dicesse a te, uomo al 100%: "Se non guadagni abbastanza, la tua partner non ha abbastanza orgasmi"?
3 ipotesi:
1) ridi in faccia a chi te lo ha detto e ti metti a copulare con la prima che passa per strada per dimostrare a te stesso che i mugolii di piacere di quella sconosciuta sono la prova che quella teoria è una cazzata (perché tu calcoli i suoi orgasmi in mugolii);
2) ti chiudi in un bagno e cominci a chiamare in banca per sapere se va tutto bene e se hai ancora qualche centesimo sul conto;
3) cadi in paranoia e cominci a masturbarti dalle 4 alle 10 volte al giorno, perché tanto sai che il tuo stipendio è una merda, quindi tanto vale passare al cambio manuale.

A quanto pare la donna del XXI secolo ha sviluppato un sesto senso per il denaro, che evidentemente incide sul rapporto sessuale.
La solidarietà va soprattutto a quelle categorie di "homo economicus" che non possono contare su stipendi "eccelsi":
- gli studenti si devono rassegnare: finché non si guadagna qualcosa intorno ai 1.500/2000 euro, la partner avrà la stessa partecipazione sessuale di un tronco di pino;
- per i disoccupati vale lo stesso discorso degli studenti;
- per quelli in cassintegrazione gli orgasmi femminili saranno ridotti almeno del 20%;

Quelli che non hanno il minimo problema sono quelli con uno stipendio mensile che assicuri alla partner un futuro economicamente solido.
Secondo Thomas Pollet, psicologo che si è occupato di questa ricerca, a determinare il grado di "godimento femminile" è proprio il denaro: "uomini ricchi, quindi più desiderabili, fanno provare alle donne più orgasmi". Secondo Pollet, il fenomeno costituirebbe "un adattamento evolutivo delle donne, che sono portate a scegliere partner di qualità".
Il povero Darwin dalla tomba si starà facendo grasse risate: nel XXI secolo sopravviverà, e soddisferà la partner, solo l'uomo coi soldi.
VENIT HONOS AURO, CONCILIATUR AMOR,
La frase di Ovidio in italiano fa più o meno così:
Con l'oro viene l'onore, con l'oro si concilia l'amore.
Niente di più vero...

(Lo studio è stato realizzato dall'Università di Newcastle, di cui dà notizia il Times online).

Sonny De

venerdì 16 gennaio 2009

Vespa: "Habemus Moggi"


Forse nessuno si è accorto della puntata di "Porta a Porta" di ieri sera.
Intitolata "Adesso parlo io". Ospite Luciano Moggi, appena condannato in primo grado insieme al figlio riguardo la società Gea. Giusto per l'appunto, è necessario precisare che la Gea è una questione a parte rispetto a Calciopoli, ma tutti sembrano non averlo capito, in primis Cobolli Gigli, massimo esponente dell'arte del Ritrattare.
Il fatto che un neo condannato abbia la possibilità di aprire un processo via televisiva fa impallidire, anche se, come ben sappiamo, non è certo il primo che siede sul palcoscenico dello schiavo di Arcore.
Ovviamente si cerca di sviare l'attenzione, mettendo in risalto il fatto che gli errori arbitrali continuano e che se prima ne beneficiava la Juve ora l'unica beneficiaria sembra essere l'Inter.
L'accusato diventa accusatore, accusatore che per il suo processo avrebbe chiamato a testimoniare quasi 500 persone, molte delle quali non sapranno nemmeno cosa dire al processo.
La domanda è una, chiara e diretta: "Quanto si smetterà di invitare in trasmissioni info-propagandistiche persone sotto processo o appena condannate per riabilitarle all'occhio dell'opinione pubblica, nonostante la giustizia le abbia riconosciute colpevoli?".
Si prospetta una lotta contro i mulini a vento in stile don Chisciotte.
L'Italia resterà sempre come quei mulini, continuando imperterrita il suo moto, nonostante questo sia eticamente sbagliato.

giovedì 15 gennaio 2009

Annozero guarda verso la Striscia


Questa sera su Rai 2 dalle 21.03 alle 23.34, nella trasmissione di Annozero, abbiamo visto una grande prova di giornalismo, targata Michele Santoro.
Purtroppo c'è stata una piccola "interferenza". Mi riferisco al litigio tra Santoro e l'Annunziata, scaturito dalla seconda osservazione di quest'ultima riguardo la conduzione della puntata.
L'Annunziata ha fatto notare che secondo lei, tra ospiti in studio e collegamenti, il 99,9% della trasmissione fosse pro-palestina, ricordando implicitamente che nella guerra ci sono anche gli israeliani.
Il tutto ha scatenato l'ira funesta del pelide Michele, con successivo abbandono della trasmissione da parte dell'Annunziata. Un concatenarsi di eventi che hanno distolto l'attenzione dal messaggio di Santoro che, a mio parere, voleva mettere in evidenza la situazione a Gaza e la terribile calamità bellica che si è abbattuta su quella striscia di terra, non la situazione da entrambe le parti della barricata. Ha optato per una puntata sulle vittime e non sugli attuali aggressori.
La puntata non doveva essere un teatro di scontro tra israeliani e palestinesi, anche se ad un certo punto si è corso il rischio che questo accadesse: era un'analisi, con immagini che mostravano da vicino la sofferenza di chi sta vivendo questo terribile inizio 2009, costellato di bombe e cadaveri.
Si presuppone che questo mio intervento abbia una morale o qualcosa che ci somigli.
è semplice: "Il giornalismo non ha delle regole scritte per lasciare ampia libertà a chi lo fa, ma ha un fine: raccontare i fatti in modo che tutti sappiano la verità".
Grazie a Santoro e al suo staff ora sappiamo qualcosa di più di ciò che succede a Gaza e di come viene vissuta in Italia.

Sguardo a Oriente


Si può far finta che sia la solita routine nel conflitto israelo-palestinese, ma quando si sente parlare di "terza intifada", la quotidiana indifferenza si tramuta in una sincera preoccupazione, una preoccupazione che crea dubbi, dilemmi storici e domande a cui nemmeno un veggente potrebbe dar risposta.
Gente come noi non può fare altro che osservare, dal divano di casa nostra, le immagini di edifici sventrati, di donne in lacrime, di piccoli corpicini esanimi e dell'esercito israeliano in marcia per porre fine al terrorismo di Hamas.
E intanto, piano piano, comincia a frullarmi in testa un dilemma shakespeariano: bombe o diplomazia? Ma subito una voce nel mio orecchio mi sussurra: "è davvero questo il problema?".
Il problema, in realtà più simile a un rompicapo, è se esiste una soluzione plausibile per risolvere una volta per tutte la questione israelo-palestinese.
La storia degli ultimi sessant'anni non incoraggia certo ipotesi ottimistiche: questi due popoli combattono da più di mezzo secolo per il diritto all'esistenza.
Tutto nasce da un colossale errore del 1947, in cui venne assegnato, senza una seria analisi geopolitica, il territorio che era stato degli ebrei secoli e secoli prima.
Le nazioni di buona parte del mondo avevano la coscienza sporca per aver impedito a Hitler di compiere quello sterminio abominevole e spietato che si era realizzato nei campi di concentramento del terzo reich. La strage compiuta da Hitler fu un peso determinante, che spinse a dimenticare i palestinesi mentre si creava Israele.
Si riparò ad una brutale ingiustizia con un'insensata espropriazione territoriale.
Se qualcuno avesse pensato ai palestinesi, forse la storia sarebbe stata diversa ed ora non ci ritroveremmo davanti all'ennesimo atto di forza di Israele, deciso a ribadire che le intimidazioni non spaventano, anzi, vengono ripagate con un'invasione.
L'atto sconsiderato di Israele contro il provocatore Hamas (ufficialmente) e contro il popolo di Gaza (in pratica), rischia di scatenare una serie di conseguenze gravissime:
1) legittimare maggiormente Hamas agli occhi dei palestinesi e del mondo arabo;
2) portare a una terza intifada;
3) impedire una risoluzione, che riporti la "pace" in quel luogo di lacrime e sangue.
La domanda comunque resta senza risposta: esiste un modo per risolvere definitivamente un dei conflitti più lunghi che la storia abbia mai visto?
Di fronte a questo dilemma, abbasso gli occhi e scuoto la testa, con la sempre più remota speranza che gli apparati diplomatici trovino una via d'uscita da questo tunnel degli orrori.

Sonny De