mercoledì 18 febbraio 2009

E ora chi lo fa il segretario?


La notizia oramai è nota, anche a coloro che non si interessano di politica:
Walter Veltroni si è dimesso dalla carica di segretario del Partito Democratico.
Si tratta di un cesaricidio in piena regola, orchestrato dietro le quinte del teatro democratico.
I cesaricidi sono i soliti noti, che non fanno nulla per nascondere il loro "omicidio politico": Fassino e Rutelli, orchestrati brillantemente da Massimo D'Alema.
Ora saranno loro a combattere per il trono del partito.
Ma c'è un interessante stimolo per i bookmakers, già pronti ad accettare scommesse sul successore del W democratico: Pierluigi Bersani potrebbe aver ben più di una possibilità per aspirare alla segreteria del Pd.
A suo favore giocano diversi fattori:
  1. gli altri contendenti hanno già ricoperto la carica di segretario, senza suscitare particolari entusiasmi, soprattutto tra gli elettori;
  2. Bersani è un personaggio che non è mai entrato in contrasto con la leadership di Veltroni, riuscendo comunque a creare consensi attorno a sé, nonostante i pochi spazi televisivi avuti a disposizione;
  3. Se ci dovessero essere nuovamente le primarie del Pd, le stesse che portarono il W italiano alla segreteria, difficilmente l'elettorato del Pd sceglierebbe tra i cesaricidi, ma punterebbero su una figura pulita e nuova come quella di Bersani;
Ciò che accadrà realmente lo vedremo nei prossimi mesi (o settimane), visto che questa crisi al vertice rischia di compromettere sia le elezioni amministrative sia le europee.
Il Pd deve comunque affrettarsi a riprendere possesso di se stesso: la possibilità di un devastante effetto domino non è poi una possibilità così remota.
Certo, ora che "cadavere" è ancora caldo, si sprecano i facili allarmismi: le correnti potrebbero entrare in collisione e le divergenze potrebbero portare a possibili scissioni.
Del resto la storia della Sinistra italiana ha conosciuto in più occasioni il dramma di vari tentativi di unificazione, falliti in breve tempo per divergenze interne.
Purtroppo è un problema con cui la Sinistra non è ancora riuscita a fare i conti.
Veltroni ci ha provato e ha fatto la fine di Don Chiscotte.
Il prossimo segretario dovrà riuscire dove ha "fallito" Veltroni.
Dovrà dimostrare di riuscire nell'impresa di tenere unita la Sinistra, di prepararla meticolosamente alle prossime sfide elettorali e sociali.
Dovrà fare nuovamente breccia nell'anima politica degli italiani, e dimostrare di essere una reale alternativa all'autoritarismo berlusconiano.
Non sarà facile, questo è certo.
La Sinistra dovrà prima dialogare al suo interno, poi dialogare con le altre forze dell'opposizione.
A chiunque toccherà questo immane compito, non resta che augurare tanta fortuna...e sperare...

sabato 14 febbraio 2009

IL BANCO VINCE SEMPRE.

Ieri sera sono andato bel bello, assieme ad alcuni amici, al casinò di Campione d'Italia, città italiana su territorio svizzero che ha ben poco di italiano ma fa niente, le macchine della polizia erano le stesse.
Primo problema sono i soldi, dato che in Italia ci sono gli euro mentre a Campione i franchi e quindi devi cambiare e non sei mai del tutto convinto che il cambio valuta adottato sia quello standard dei mercati internazionali, e allora cerchi un giornale per andare a leggere le pagine economiche, ma tutti i giornali del casinò ne sono sprovvisti, c'è qualcuno che per lavoro taglia via quelle pagine.
Mentre facevo la coda per pigliare le mie fiches, dopo che un giapponese aveva cambiato un assegno di 1000 euro in franchi e la metà di quei franchi in fiches, facendomi sentire fuori luogo, vedevo quel mondo di colori e lucine e gente felice e volevo a tutti i costi farne parte.
Cambiati 20 euro in fiches, mi sono diretto al tavolo della roulette, dove mi aspettava il giapponese di prima, con il quale avevo ormai istaurato un rapporto di amicizia e complicità.
Mentre lui sperperava i suoi soldi puntando su numeri alla cazzo raccontandomi di come ogni numero ha la stessa probabilità di uscire di qualunque altro numero, e me lo diceva in francese, e io cercavo di dirgli che il francese sarà sì la lingua dei casinò, ma ciò non è un nesso razionalmente corretto per la deduzione "tutti quelli che vanno al casinò parlano francese"; insomma, dicevo, mentre lui mi diceva queste cose, io giocavo con mente lucida e fredda e da calcolatore matematico pazzo un po' autistico, tanto che in mezzora i miei 10 euro di franchi in fiches puntati sulla roulette erano diventati 16 e la gente mi guardava con tono ammirato.
Raggiunti i 20 euro e avendo quindi di fatto raddoppiato i picci che volevo giocare alla roulette, il casinò mi ha mandato al tavolo la mia escort personale con l'unico compito di insinuare irreversibilmente nel mio subconscio la tremenda convinzione che la mia virilità fosse direttamente proporzionale alle puntate che facevo e al rischio tanto maggiore delle stesse.
Mi sono salvato sui 10.5 euri e mi sono diretto al black Jack.
Tra parentesi, la escort per 100 franchi (75 euro arrotondati a 80) era disposta a concedermi un'ora della sua vita in una allegra stanzetta dell'hotel del casinò, ma io sono un essere di luce e ho continuato a camminare sulla retta via che conduceva al tavolo da black jack.
Puntata minima: 20 euro, cioè circa 30 franchi in fiches. Quindi io già partivo male giocando tutto quello che avevo, ma la prima mano mi avrebbe riservato una dolce sorpresa.
Faccio la mia puntata ed escono un 3 e un 4... Potevo rinunciare ma non volevo fare una figura di merda davanti ai compagni di merende, così ho chiesto una carta ed è uscito un re: 17, buon punteggio ma volevo di più. Decido di rischiare ed esce un 3. 20, la partita (quasi) perfetta. Vittoria.
I 30 franchi diventano 60.
Così ne gioco 30 sulla mano successiva ma perdo col banco in un possibile ma alquanto improbabile 21 di punteggio. Abbiamo perso tutti e ci siamo guardati negli occhi per qualche secondo, giusto per instaurare un rapporto di solidarietà del tipo "mal comune..."
Terza puntata: essere tornato al punto di partenza (30 franchi) mi aveva demoralizzato, tanto che la escort mi sussurra nell'orecchio che, comunque vada, lei avrebbe finto l'orgasmo e me lo avrebbe detto.
Punto i miei 30 franchi e il tavolo, servendomi un asso e un due, scopre le sue carte raggiungendo un punteggio di 17. Molti compagneros escono dal gioco, ma io rimango, attribuendo all'asso il valore di 10 con conseguente mio punteggio di 12. Chiedo una carta, basta un 5 o un 6 o un 7, mi dico, dai ce la posso fare, mi dico, ma esce una regina.
10+10+2=22
Il banco vince sempre.

venerdì 13 febbraio 2009

Concorrenza razzista


Ormai è noto che nella Città Eterna esiste una "emergenza razzismo".
Prologo dell'ultimo episodio di questo fenomeno dilagante: "Nero devi chiudere l'attività". Questo elegante sfoggio di "leal concerrenza" è la frase urlata da un gruppo di italiani verso un cittadino del Bangladesh, proprietario di un negozio nel quartiere multietnico di Roma dell'Esquilino.
Il bangalese è stato poi colpito con una bottiglia in testa.
Chi è l'aggressore? Un romeno? Un rom? Un clochard? No.
Si tratta di un italiano, titolare di un bar di via Giolitti, stessa strada dove si affaccia il negozio del bengalese, un internet point con annessa rivendita di alimentari.
La vittima aveva dei precedenti penali? è un ladro? Uno stupratore impunito? Oppure uno spacciatore?
"Stranamente" si tratta un semplicissimo negoziante che, oltre a essere un immigrato, vendeva le sue bibite a un prezzo inferiore rispetto al barista italiano.
Questo episodio, stilisticamente mafioso, si conclude con il bengalese in ospedale e con l'aggressore in stato di fermo presso gli uffici del commissariato Esquilino.
La reazione della gente del quartiere appare unanime: solidarietà all'aggressore.
"Era esasperato, ha fatto bene. Non ne possiamo veramente più" è la frase che riassume lo stato d'animo degli indigeni.
Sarebbe ora di prendere seriamente in considerazione lo spettro razzista che aleggia sulla nostra povera e sempre più sgangherata Italia. Forse bisognerebbe ricordarlo anche al sindaco Alemanno, che pare sia più "impegnato" a "rispettare" le promesse elettorali di "pulizia morale" delle strade romane e di "finto smantellamento" dei campi rom limitrofi alla Capitale, che a tutelare tutti i cittadini che abitano a Roma.
Ma in fondo, il razzismo non esiste...

lunedì 9 febbraio 2009

R.I.P.


E' finita..Eluana se n'è andata, in barba a quelli che volevano ucciderla in 2 settimane, è morta dopo tre giorni.
Sei stata più coraggiosa di loro..Ora potrai finalmente entrare in quel posto che hai visto solo dalla porta per diciassette anni.. Buon viaggio, riposa in pace

sabato 7 febbraio 2009

Veni, vidi e, mi consenta, riformo la Costituzione


Sembra strano, vista la consueta moderazione delle sue dichiarazioni, ma il "nostro" "premier" Silvio Berlusconi, nella giornata odierna (sabato 7 febbraio), si è lasciato sfuggire un pensiero che i soliti comunisti interpreteranno male, come sempre:
"Bisogna riformare la Costituzione, perché fatta ispirandosi alla costituzione sovietica".
Forse il "caro" "premier" soffre di una grave forma di halzeimer o forse ha semplicemente studiato la Storia d'Italia sul manuale delle "Giovani Marmotte". Allora rinfreschiamoci la memoria...
Il popolo italiano fu chiamato a votare nel maggio del '46 per eleggere i membri della Costituente che avrebbero dovuto lavorare per far nascere la Costituzione, che venne poi approvata a fine '47, per entrare in vigore il 1° gennaio 1948.
Spero di non scioccare i lettori dicendo che la maggioranza di quella Costituente era composta dalla Democrazia Cristiana, noto partito filocomunista e anticlericale.
La forza promotrice di quel lavoro fu la collaborazione delle forze del CLN, che con coraggio e abnegazione, lottò contro il Fascismo, per poter dare all'Italia la speranza e la forza di guardare verso il futuro senza aver più paura del passato.

Signor "premier", se per lei lottare contro il Fascismo rappresenta una chiara dimostrazione del fatto che la Costituzione fosse un organo filobolscevico, le consiglio un buon psichiatra e molto riposo, seguito da un attento studio della Nostra Storia.
Suggerirle di chiedere scusa ai padri fondatori della nostra Repubblica, francamente, mi sembra inutile, visto che per lei chiedere scusa significa ammettere di aver sbagliato. E sappiamo bene che, secondo il suo punto di vista, chi lavora per conto di Nostro Signore non può sbagliare.
Anziché cincischiare, perché non dice agli Italiani in cosa vorrebbe tramutare il nostro paese?
Per una volta, solo per una volta, potrebbe dire ciò che pensa davvero, senza nascondersi dietro bruschi dietro front?
Signor "premier", vuole il potere assoluto?
Aspettiamo una risposa, o Dux...

venerdì 6 febbraio 2009

Questo non è razzismo

Agli onori della cronaca degli ultimi giorni è giunta la tristissima vicenda dei 3 coglioncelli di Nettuno(2 pardon, il terzo faceva il palo!) che hanno pensato bene di dare fuoco al barbone indiano alla stazione.. Che la vicenda sia terribile e inqualificabile non c'è alcun dubbio, ma vorrei che questa stupida società la smettesse di menare in giro la parola “razzismo” facendola riecheggiare rimbombante e minacciosa anche quando non potrebbe entrarci di meno.. Allora: razzismo vuol dire “Tu brutto negro non starmi vicino che puzzi, sei di un altro colore e mi fai schifo” . Questo è razzismo, deprecabile e idiota quando espresso in questi termini (a volte anche in altri, più sottili ma ugualmente schifosi). Dar fuoco ad un senzatetto, indiano, australiano, bergamasco o calabrese che sia, non è razzismo: è imbecillità totale ed ingiustificabile.
Almeno, l'avessero fatto per razzismo un motivo, per quanto disgustoso, avrebbero potuto dire di averlo avuto, ma così? Così è proprio il vuoto, il marcio, lo schifo di questo mondo che non sa cosa fare e allora ruba, picchia, stupra, incendia.. Non giustifico niente di tutto questo, non capisco, non accetto. Perché non è pensabile che un ragazzino di 16 anni, uno di 19 e un “uomo” di 29 abbiano lo stesso modo distorto di pensare a come passare una serata “noiosa”. Evidentemente erano abbastanza sbronzi da non poter più bere, e allora che si fa?
A novembre, altri 4 imbecilli, stavolta a Rimini, danno fuoco ad un altro barbone che dormiva su una panchina, e poi stanno lì a guardarlo contorcersi.. Ora li hanno spediti nei centri di accoglienza a dar da mangiare ai disabili e a pulire il culo (spero) ai vecchietti. E ci mancherebbe altro: dovrebbero stargli alle costole tutto il giorno i responsabili veri, a vedere se hanno imboccato per bene il disgraziato di turno. E per quanto riguarda i tre di Nettuno, si meriterebbero tanto di ospitare una settimana a testa per vent'anni il poveretto che hanno deciso di incendiare, così che lui possa dormire nel loro letto, e loro per terra, sul tappeto, a controllare se caso mai avesse bisogno di qualche cosa. Solo che nel Bel Paese queste cose non si fanno, queste pene non si applicano, i delinquenti vanno rieducati compresi compatiti, e delle vittime chissenefrega! Quello che, per favore, dobbiamo capire, è che questo non è razzismo, è solo idiozia inaccettabile. Il razzismo è altro, teniamolo bene a mente!
marghe

giovedì 5 febbraio 2009

Libertà di parola è un fatto arbitrario



Chi si professa paladino delle libertà, in Italia, è sempre in agguato affinché qualunque personaggio "scomodo" non goda delle libertà più comuni, azzarderei scontate.
L'Ansa scrive testualmente che: "Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello (PdL) giudicano inopportuna la presenza di Gioacchino Genchi, già' consuelente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, negli studi di AnnoZero per la puntata di domani (ndr). "C'e' un problema di opportunità che sta diventando un problema di decenza'', scrivono Cicchitto e Quagliariello e si augurano che il neoeletto presidente della Commissione di Vigilanza Sergio Zavoli «approfondisca la questione e assuma le conseguenti determinazioni".
Bene, anzi benissimo.
In un periodo in cui la fuga di cervelli è ai massimi livelli storici, possiamo dedurre che pure quelli di Cicchitto e Quagliarello siano emigrati/scomparsi.
Un episodio analogo si è verificato a Porta a Porta, in cui tempo addietro fu ospite il buon Luciano Moggi, fresco fresco di condanna in primo grado per il caso Gea (che non ha nulla a che vedere con Calciopoli, giusto per la cronaca).
In quell'occasione il silenzio s'impossessò del Pdl, quasi a significare che Vespa aveva l'autorizzazione a ospitare Lucky Luciano.
Genchi, che tutt'ora è solamente indagato e non è ancora stato rinviato a giudizio, per i paladini delle libertà (arbitrarie) rappresenta un'affronto alla libertà e reputano addirittura scandaloso che quest'uomo si mostri alla luce dei riflettore di una trasmissione, col solo fine d'informare il popolo italiano, ignaro di gran parte di ciò che accade nel nostro piccolo grande paese.
Purtroppo la parola "decenza", in Italia, sta cambiando pelle e sostanza, tanto da non essere più usato com'era usato prima. Analoga situazione si rintraccia anche in parole come "libertà" o "intercettazioni" o "giustizia" oppure "magistrati"...
In attesa di perentori aggiornamenti sullo Zanichelli 2009, restiamo vigili, pronti a osservare e a commentare la probabile evoluzione delle parola "Costituzione".
A presto...

mercoledì 4 febbraio 2009

Inaugurazione della Rubrica settimanale: “Una botta di Cultura”

Prologo

SOCRATE: C’è solo un bene, il sapere. E solo un male: l’ignoranza.
D. : Maestro, sarà così nella sua cara Atene, ma dalle mie parti nessuno sa cosa sia l’ignoranza, il mondo si è evoluto dal V secolo a.C! A quanto pare la Magna Grecia ha sorpassato da un pezzo la vecchia madrepatria….
SOCRATE: Il vero sapiente e colui che sa di non sapere.
D. : Mah, signor Socrate, per l’amor di Zeus, si secolarizzi un attimino… mai sentito parlare di Era multimediale?? il sapere ormai è alla portata di mano di tutti: la televisione, internet… ah, che turbinio di informazioni meravigliose! Notizie dal mondo? Le consiglio Studio Aperto, Italia 1;
Cronaca locale? I fatti di casa Arcore sono sulla cresta dell‘onda - le consiglio Porta a Porta, Rai 1... - ma dimenticavo: questo lunedì sera forse esce Pincopallino dalla casa del Grande Fratello… e mercoledì Braccobaldo rischia di non poter fare la coreografia e quindi scendere in classifica…
SOCRATE: Prima di tutto, conosci te stesso.
D.: Un po’ noioso come programma… molto meglio una bella dose di cazzi degli altri…
SOCRATE: Sono perplesso... In tutto questo che mi dici, dove sta la Cultura? L’ Arte, la Letteratura, la Scienza... L'unico motivo d'orgoglio dell'uomo?
D.: In effetti… non so… non so dove cercarla…
SOCRATE: Chi vuol muovere il mondo, prima muova se stesso. Cerca di ritagliarti un piccolo spazio a settimana, per vivere la tua città, vedere la bellezze che ti offre… fallo per te e se vuoi, condividilo con gli altri.

VA BENE SOCRATE, MI HAI CONVINTO!

Prossimamente su questi schermi il primo intervento settimanale.

Scusate il ritardo: Williamson deve ritrattare...


Anni di colpi di scena e prestidirigiribizzazione, ma il Vaticano, come Houdinì e Copperfield, non finisce mai di stupire.
Una volta per combattere diaboliche inclinazioni ideologiche il Vaticano si lasciava andare in dichiarazioni, sotto forma di diktat, per politici e popolo made in Italy.
Ma i tempi cambiano. Le perestroike, i muri che crollano, l'11 settembre, le guerre in Iraq e Afghanistan e infine un uomo di colore entra nella stanza dei bottoni americana. Siamo nel 2009 e il Vaticano fatica a stare al passo con la modernizzazione mondiale e le trasformazioni sociali.
Era necessaria una svolta, qualcosa di grosso che lasciasse la gente senza parole. E visto che continuare a far santi è diventata una routine snervante, cosa c'è di meglio della revoca di una scomunica?
Quindi viene revocata la scomunica ai Lefebvriani, i seguaci di quel Marcel Lefebvre scomunicato nel lontano luglio del '76 da Paolo VI. Le varie motivazioni sono celate nell'incancrenire del passare del tempo e nella polverizzazione delle memorie, ma qualche brandello permane: in soldoni Lefebvre e company non si "sottomisero" totalmente alle norme stabilite nel Concilio Vaticano II.
Così il buon Benedetto XVI, che già aveva approcciato un dialogo verso la fine degli anni '80, mosso da compassione cristiana, ha quindi deciso di riabbracciare i figlioli di Lefebvre, deceduto nel '92.
Sembra una favola della buona notte, con un finale coi fiocchi, tra baci e abbracci, ma non è proprio così.
Si "scoprono" alcune dichiarazioni di un certo vescovo lefebvriano, tale Richard Williamson, in cui toglie ogni inibizione alla logica e alla Madre Storia e si lascia andare in dichiarazioni degne di un nazista messo alla sbarra al processo di Norimberga: la Shoa non c'è mai stata, gli ebrei sterminati non sono stati più di 300 mila e i forni dei campi di concentramento servivano per disinfettare. Totò avrebbe detto: "Alla faccia del bicarbonato di sodio!"...
Il "monsignore" non cita le sue fonti, ma non ci sarebbe da stupirsi se queste informazioni fossero giunte da qualche SS desideroso di riabilitare il "buon" nome della squadra nazista.
Il mondo si basa sul rapporto causa/effetto, e quindi per i lefebvriani che tornano ecco ebrei e islamici che protestano per lo scellerato atto di benevolenza verso dei negazionisti.
Così il Vaticano, dopo giorni di discussioni, ha chiesto al "monsignore" di ritrattare le sue affermazioni sconcertanti. Qual è il senso di tutto ciò? Qual è il messaggio che il Vaticano vuole dare al mondo?
Sono domande da un milione di dollari...
A semi-freddo, si può affermare che in questi ultimi anni il Vaticano ha tolto diverse quantità di mattoni, che dovevano essere la base di una nuova "spiacevole secolarizzazione" della Chiesa cattolica. Ma perché? Se qualcuno abita vicino all'oracolo di Delfi, è pregato di passare a chiedere, anche se certamente il suo responso sarà: "Ci sono cose eterne e immutabili, figliolo..."
A presto

C.V. (quasi..)

Ah,dimenticavo! Martino si è presentato, non sarebbe carino che io omettessi una tal formalità! (Vedi Dario, k italiano fluente?!?)
Sono Margherita, amica-nemica del paròn di casa dai bei -e lontani- tempi del liceo.. Ho accettato con piacere quest'invito a collaborare perché ho sempre amato scrivere, ho un sacco di cose da dire, e ho deciso che è ora di sfondare davanti al grande pubblico del web! Ma più che altro, mi piacerebbe sapere se c'è qualcuno che non pensa che ciò che scrivo siano cazzate di una destrorsa impenitente che a volte si lascia andare a sfoghi di rimpianto cultural-cattolico, per quanto atea io sia. E poi, dovrò pur dare manforte a Tino nel mettere un freno a quel comunistaccio di Delva, no?
Insomma.. vedremo cosa ne verrà fuori, e speriamo che le nostra divergenze politiche restino sopite almeno per la prima settimana! Buon lavoro a tutti ragazzi!

Eluana, forse un epilogo..

Stavo riflettendo sul caso, di cui si è parlato, straparlato, discusso fino alla nausea senza averne alcun titolo, di Eluana Englaro. Povera stella, in coma irreversibile e anzi stato vegetativo permanente da 17 anni dopo un incidente d'auto..Ora, è stato dato il via libera (pare) alla sospensione dell'accanimento terapeutico sulla ragazza, che oggi ha all'incirca 39 anni, se non sbaglio. E' stata trasferita alla clinica La Quiete di Udine, e lì verrà posta fine a questa non-vita, che da 17 anni tiene lei inchiodata in un letto incapace persino di aprire gli occhi, e la sua famiglia in un limbo di dolore che non ha soluzione e non sembra poter avere un epilogo. Ci sono state critiche feroci, assalti all'ambulanza che la stava portando via da Lecco, pianti da parte delle suore che l'hanno accudita per questi 17 anni.. Ognuno ha il suo modo di vedere la questione, però quello che secondo me manca, in tutti, è l'idea di mettersi nei panni dell'altro, chiunque sia quest'altro: il padre di Eluana, la madre, le suore stesse, coloro che si sono opposti. Tutti dovremmo pensare “Sì, però, forse non è che gli altri abbiano indiscutibilmente torto ed io indiscutibilmente ragione, magari . . . ”. Bisognerebbe riflettere sul fatto che sì, è vero, io stessa non vedo il senso di continuare a bagnare una pianta ormai secca (passatemi l'espressione cinica ma quella medica era peggio), però..Le toglieranno gradualmente il cibo e l'acqua, la faranno morire di fame e di sete, e questa agonia durerà dalle 2 alle 3 settimane. Carini però, le somministreranno dei farmaci anti-spastici, così non potrà nemmeno ribellarsi mentre se ne va..Se tutti pensassimo bene a questa cosa, che è indiscutibilmente orribile, forse riusciremmo a capire che non ha senso scagliarsi né contro l'una né contro l'altra parte, bisogna stare nel mezzo, comprendere il dolore di una famiglia a vedere la figlia ridotta ad un mucchietto d'ossa immobili, così come il dolore delle suore che per 17 anni, credendoci tutti i giorni -come per loro è giusto fare- , l'hanno accudita e curata come se potesse esserci ancora una speranza. Io credo che in una situazione del genere, i terzi, quelli che non c'entrano niente, dovrebbero solo tacere e riflettere, non criticare, urlare, dare degli assassini o degli “accanitori terapeutici” a destra e a manca senza pensarci due volte.Credo che nel nostro stato servirebbe una bella legge, anzi anche più di una, per dare la possibilità ad una famiglia, o se non vogliamo investire la famiglia di un onere così grande, al singolo individuo, di decidere che cosa fare e non fare di sé stesso nell'eventualità che qualcosa lo trasformi in un vegetale. Credo che il testamento biologico sarebbe una conquista importante, ma anche lì bisognerebbe stare ben attenti a chi testa, a come lo fa, eccetera. Ma ora come ora secondo me serve, Chiesa o non Chiesa, Papa che strilla contro l'eutanasia (e forse è anche giusto che lo faccia, per ciò che rappresenta) o non Papa, genitori in difesa della vita a tutti i costi e genitori che da 20 anni vedono la figlia e non possono nemmeno da lei essere visti.No, dai, non è possibile, questa non è vita. Così come non è morte, nel contempo, essere privati di cibo e di acqua, essere lasciati morire di stenti. Non va bene, bisognerebbe trovare una soluzione dignitosa, perchè per quanto Eluana possa essere un vegetale, nemmeno gli alberi stanno bene quando non piove.Urge una soluzione rapida, seria, ben ponderata e soprattutto un bel corso, per tutti, di immersione nei panni degli altri..

martedì 3 febbraio 2009

Chi offede, è indagato... specie se si chiama Di Pietro


Siamo all'alba di questo 2009, ed è giusto gettare un occhio sull'Italia.
Qual è la notizia più succulenta nel panorama politico italiano?
Senza dubbio è una notizia che riguarda Antonio Di Pietro. Il fatto è presto esposto.
Durante la manifestazione del 28 gennaio in piazza Farnese a Roma quel cattivone di Di Pietro ha richiamato l'attenzione della piazza sulla tematica "Giustizia", che sembra scottare parecchio da un po' di tempo a questa parte.
In particolare è stato invocato l'intervento di Napolitano (rimasto così super partes quasi da assumere un'invisibilità divina), affinché non sottoscriva il lodo Alfano, detto salva Berlusconi (vedi processo Mills), che garantisce l'immunità/impunità delle 4 massime cariche dello stato.
Una parte della classe politica ha ascoltato "attentamente" il discorso di Di Pietro, più per trovare il pelo nell'uovo che per capire il senso della manifestazione. Questi bucanieri speravano che dicesse qualcosa per cui potesse essere perseguito penalmente. Forse ci è scappata anche qualche scommessa sotto banco... Attendi, attendi e attendi e finalmente... eccola:
"Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso".
Estrapolata dal contesto è una bella frase da comizio, ma per gli "attenti" analisti questa è un'accusa indiscriminata al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Risultato: su iniziativa presa dal presidente dell'organismo di rappresentanza degli avvocati Oreste Dominioni e dal vicepresidente Renato Borzone, Di Pietro è stato denunciato ed iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma per offesa all'onore e al prestigio del capo dello Stato (art.278 codice penale).
Il finale, come il futuro, è ancora da scrivere in questa tragicommedia all'italiana, in cui si cerca di screditare l'uomo di Mani Pulite, facendolo passare come "focaiolo diffamatore del Presidente della Repubblica".
Ma cos'è più grave, a livello etico e penale? Invocare un'autorità o andare contro la Costituzione? Manifestare il proprio sdegno o subire passivamente le angherie di un despota?
Chiedere agli italiani di aprire gli occhi o renderli ciechi con la propaganda governativa?
Viviamo vincolati a domande amletiche e l'unico modo per liberarsi dal giogo di un punto interrogativo è dare una risposta.
A presto

Sonny De