mercoledì 18 febbraio 2009

E ora chi lo fa il segretario?


La notizia oramai è nota, anche a coloro che non si interessano di politica:
Walter Veltroni si è dimesso dalla carica di segretario del Partito Democratico.
Si tratta di un cesaricidio in piena regola, orchestrato dietro le quinte del teatro democratico.
I cesaricidi sono i soliti noti, che non fanno nulla per nascondere il loro "omicidio politico": Fassino e Rutelli, orchestrati brillantemente da Massimo D'Alema.
Ora saranno loro a combattere per il trono del partito.
Ma c'è un interessante stimolo per i bookmakers, già pronti ad accettare scommesse sul successore del W democratico: Pierluigi Bersani potrebbe aver ben più di una possibilità per aspirare alla segreteria del Pd.
A suo favore giocano diversi fattori:
  1. gli altri contendenti hanno già ricoperto la carica di segretario, senza suscitare particolari entusiasmi, soprattutto tra gli elettori;
  2. Bersani è un personaggio che non è mai entrato in contrasto con la leadership di Veltroni, riuscendo comunque a creare consensi attorno a sé, nonostante i pochi spazi televisivi avuti a disposizione;
  3. Se ci dovessero essere nuovamente le primarie del Pd, le stesse che portarono il W italiano alla segreteria, difficilmente l'elettorato del Pd sceglierebbe tra i cesaricidi, ma punterebbero su una figura pulita e nuova come quella di Bersani;
Ciò che accadrà realmente lo vedremo nei prossimi mesi (o settimane), visto che questa crisi al vertice rischia di compromettere sia le elezioni amministrative sia le europee.
Il Pd deve comunque affrettarsi a riprendere possesso di se stesso: la possibilità di un devastante effetto domino non è poi una possibilità così remota.
Certo, ora che "cadavere" è ancora caldo, si sprecano i facili allarmismi: le correnti potrebbero entrare in collisione e le divergenze potrebbero portare a possibili scissioni.
Del resto la storia della Sinistra italiana ha conosciuto in più occasioni il dramma di vari tentativi di unificazione, falliti in breve tempo per divergenze interne.
Purtroppo è un problema con cui la Sinistra non è ancora riuscita a fare i conti.
Veltroni ci ha provato e ha fatto la fine di Don Chiscotte.
Il prossimo segretario dovrà riuscire dove ha "fallito" Veltroni.
Dovrà dimostrare di riuscire nell'impresa di tenere unita la Sinistra, di prepararla meticolosamente alle prossime sfide elettorali e sociali.
Dovrà fare nuovamente breccia nell'anima politica degli italiani, e dimostrare di essere una reale alternativa all'autoritarismo berlusconiano.
Non sarà facile, questo è certo.
La Sinistra dovrà prima dialogare al suo interno, poi dialogare con le altre forze dell'opposizione.
A chiunque toccherà questo immane compito, non resta che augurare tanta fortuna...e sperare...

Nessun commento:

Posta un commento