sabato 14 febbraio 2009

IL BANCO VINCE SEMPRE.

Ieri sera sono andato bel bello, assieme ad alcuni amici, al casinò di Campione d'Italia, città italiana su territorio svizzero che ha ben poco di italiano ma fa niente, le macchine della polizia erano le stesse.
Primo problema sono i soldi, dato che in Italia ci sono gli euro mentre a Campione i franchi e quindi devi cambiare e non sei mai del tutto convinto che il cambio valuta adottato sia quello standard dei mercati internazionali, e allora cerchi un giornale per andare a leggere le pagine economiche, ma tutti i giornali del casinò ne sono sprovvisti, c'è qualcuno che per lavoro taglia via quelle pagine.
Mentre facevo la coda per pigliare le mie fiches, dopo che un giapponese aveva cambiato un assegno di 1000 euro in franchi e la metà di quei franchi in fiches, facendomi sentire fuori luogo, vedevo quel mondo di colori e lucine e gente felice e volevo a tutti i costi farne parte.
Cambiati 20 euro in fiches, mi sono diretto al tavolo della roulette, dove mi aspettava il giapponese di prima, con il quale avevo ormai istaurato un rapporto di amicizia e complicità.
Mentre lui sperperava i suoi soldi puntando su numeri alla cazzo raccontandomi di come ogni numero ha la stessa probabilità di uscire di qualunque altro numero, e me lo diceva in francese, e io cercavo di dirgli che il francese sarà sì la lingua dei casinò, ma ciò non è un nesso razionalmente corretto per la deduzione "tutti quelli che vanno al casinò parlano francese"; insomma, dicevo, mentre lui mi diceva queste cose, io giocavo con mente lucida e fredda e da calcolatore matematico pazzo un po' autistico, tanto che in mezzora i miei 10 euro di franchi in fiches puntati sulla roulette erano diventati 16 e la gente mi guardava con tono ammirato.
Raggiunti i 20 euro e avendo quindi di fatto raddoppiato i picci che volevo giocare alla roulette, il casinò mi ha mandato al tavolo la mia escort personale con l'unico compito di insinuare irreversibilmente nel mio subconscio la tremenda convinzione che la mia virilità fosse direttamente proporzionale alle puntate che facevo e al rischio tanto maggiore delle stesse.
Mi sono salvato sui 10.5 euri e mi sono diretto al black Jack.
Tra parentesi, la escort per 100 franchi (75 euro arrotondati a 80) era disposta a concedermi un'ora della sua vita in una allegra stanzetta dell'hotel del casinò, ma io sono un essere di luce e ho continuato a camminare sulla retta via che conduceva al tavolo da black jack.
Puntata minima: 20 euro, cioè circa 30 franchi in fiches. Quindi io già partivo male giocando tutto quello che avevo, ma la prima mano mi avrebbe riservato una dolce sorpresa.
Faccio la mia puntata ed escono un 3 e un 4... Potevo rinunciare ma non volevo fare una figura di merda davanti ai compagni di merende, così ho chiesto una carta ed è uscito un re: 17, buon punteggio ma volevo di più. Decido di rischiare ed esce un 3. 20, la partita (quasi) perfetta. Vittoria.
I 30 franchi diventano 60.
Così ne gioco 30 sulla mano successiva ma perdo col banco in un possibile ma alquanto improbabile 21 di punteggio. Abbiamo perso tutti e ci siamo guardati negli occhi per qualche secondo, giusto per instaurare un rapporto di solidarietà del tipo "mal comune..."
Terza puntata: essere tornato al punto di partenza (30 franchi) mi aveva demoralizzato, tanto che la escort mi sussurra nell'orecchio che, comunque vada, lei avrebbe finto l'orgasmo e me lo avrebbe detto.
Punto i miei 30 franchi e il tavolo, servendomi un asso e un due, scopre le sue carte raggiungendo un punteggio di 17. Molti compagneros escono dal gioco, ma io rimango, attribuendo all'asso il valore di 10 con conseguente mio punteggio di 12. Chiedo una carta, basta un 5 o un 6 o un 7, mi dico, dai ce la posso fare, mi dico, ma esce una regina.
10+10+2=22
Il banco vince sempre.

5 commenti:

  1. il banco dà, il banco toglie....mi sa ke ti sei divertito parekkio però ;)

    Giova

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  2. Ahahah!Povero Tino..Povero in tutti i sensi evidentemente! Ma almeno la escort però..Altro che essere di luce! Baci!

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  3. Zio, ci mancava il casinò...
    Occhio a non fare la fine di Marco Baldini...

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  4. Zio un film mi sembra eccessivo, al massimo uno spettacolo teatrale per i centri deo pensionati...
    bella lì

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